Lei, la sua vicina, la sua amica
o una sua familiare siete vittime di violenza?

È vittima di violenza, si trova in una situazione di vita difficile e ha bisogno di aiuto? Presso i centri di consulenza e presso le hotline telefoniche è possibile trovare aiuto in forma anonima e gratuita, al telefono, in chat o via e-mail.

 

Segnalare i femminicidi
– e contribuire a prevenirli

I media hanno una grande responsabilità nel modo in cui riferiscono e ritraggono la violenza contro le donne e i femminicidi. Se lo fanno con attenzione, è già prevenzione.

Le denunce di violenza contro le donne sono ancora troppo spesso incentrate sull’autore del reato. Viene dunque descritto il punto di vista di un colpevole, piuttosto che quello della vittima o dei parenti sopravvissuti: piene di termini che vengono minimizzati, giustificazioni ed espressioni simpatizzanti nei confronti del colpevole, che a loro volta potrebbero indurre un potenziale autore ad interpretare la stessa azione.

Un’attenta segnalazione deve a tutti i costi evitare di re-traumatizzare i parenti delle vittime e di incitare altri potenziali autori. Per raggiungere questo obiettivo si possono utilizzare i seguenti spunti di riflessione:

  • Trovare la giusta perspettiva
    Per chi si sta scrivendo il testo? Ad essere importanti sono la prevenzione e l’informazione, non la simpatia e la comprensione verso l’autore. Attraverso la segnalazione devono essere evitati ulteriori episodi di violenza e bisogna far sapere alle persone colpite che c’è sempre possibilità di chiedere aiuto.

  • Nominare con precisione
    Un colpevole è responsabile per le sue azioni. Ha infatti scelto di non rispettare la vita di un’altra persona. Il reato è un crimine e non ha niente a che fare con l’amore o con la sessualità, ma con il potere. Deve quindi essere nominato e descritto in questo modo: oggettivo, non eroicizzato e non romantizzato. Descrizioni dettagliate del crimine sono dunque fuori luogo, servono un pubblico voyeuristico e incitano i potenziali autori, piuttosto che dissuaderli dal commettere lo stesso crimine.

  • Contestualizzazione
    Contestualizzare la violenza e collocarla in un quadro più ampio. La violenza contro le donne ha cause strutturali e non dovrebbe quindi essere descritta come un «caso individuale» o un «problema privato».

  • Niente immagini e niente nomi
    Niente immagini pixelate della vittima. Niente foto del colpevole, niente dichiarazione su di lui o sul suo contesto. Se deve riguardare qualcuno, deve riguardare la vittima, la quale ha diritto più di chiunque altro alla privacy.

  • Nessuna rappresentazione della violenza
    La violenza contro le donne è onnipresente nella nostra società. È negligente cercare di volerla raffigurare con le immagini, può infatti re-traumatizzare le donne che sono state vittime di violenza e che sono sopravvissute e può incitare i potenziali autori nella loro decisione di usarla a loro volta.

  • Il focus è sulla vittima
    Le uniche informazioni personali devono riguardare la vittima, la quale era una persona che aveva obiettivi e speranze. Non deve essere il crimine che le è stato commesso a definirla. Per questo ha il diritto di ricevere la nostra empatia.

  • Diritto al lutto
    La vittima lascia sempre persone ancora in vita, strettamente legate a lei. Hanno il diritto di essere protette e di essere in lutto. Un'attenta reportistica evita una possibile re-traumatizzazione delle famiglie delle vittime.

  • Nessuna interpretazione
    Qualsiasi giustificazione o ricerca di moventi sono fuori luogo. I tentativi di spiegazione banalizzano il crimine. Possono essere solo speculazioni e spesso sono il risultato di un atteggiamento misogino e simpatizzante verso il colpevole.

  • Applicare la ricerca femminista e Queer
    Le donne e le persone non binarie nella nostra società sono soggette a discriminazione. Quando queste sono nere, disabili, vivono in condizioni precarie o vengono stigmatizzate a causa del loro lavoro, possono essere soggette ad una multipla discriminazione. Anche se vengono ulteriormente discriminate, la violenza viene inflitta alle donne proprio perché sono donne. Questo non esclude l'uno dall'altro, ma deve essere concepito in modo intersezionale. La violenza contro le donne deve essere inserita in un sistema ed è da considerarsi come espressione di una società misogina. A questa complessità, per quanto sia possibile, deve essere fatta giustizia.

  • Mostrare delle alternative
    In alcune situazioni particolari molte persone sono vicine a pensieri violenti, ma riescono comunque a non metterli mai in pratica. Risulta quindi particolarmente importante sensibilizzare i giovani uomini. Questo può essere reso possibile anche grazie ai media.

  • Scrivere altre storie
    Articoli sulla violenza contro le donne non devono essere pubblicati se sono semplicemente al servizio di clickbait. Le donne, le loro storie e i loro corpi non sono un bene pubblico e non servono all'intrattenimento pubblico.


Femminicidi
in Svizzera

In Svizzera, una donna viene uccisa ogni due settimane dal marito, dal partner, dall’ex-partner, dal fratello, dal figlio o da uno sconosciuto. Ogni settimana una donna sopravvive ad un tentato femminicidio.

Questo è quello che segnala per l’anno 2019 l’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo. Le statistiche fanno luce sui casi di violenza e di morte noti, mentre il numero dei casi non denunciati rimane sconosciuto.

In Svizzera non esiste un organismo ufficiale con il compito di registrare i femminicidi e di fare una statistica sugli omicidi basati sul genere maschile e femminile.

I femminicidi non sono fenomeni isolati, ma il risultato di una violenza strutturale, il cui punto di partenza risiede nel rapporto di potere patriarcale insito nella nostra società. La violenza domestica contro le donne viene purtroppo ancora considerata come una questione privata e il termine femminicidio in Svizzera non ha ancora un’accettazione politica. Il suo utilizzo è stato di nuovo respinto dal Consiglio degli Stati nell’estate 2020. Al momento non sono in atto iniziative con lo scopo di portare l’accettazione del termine sul piano politico.

A Ginevra, la polizia cantonale riceve quasi due segnalazioni al giorno per conflitti familiari o violenza domestica. Tre volte in Ticino, e nel cantone di Zurigo è in media 15 volte al giorno.

Nonostante ciò, nei media non si parla quasi mai di violenza domestica o di femminicidio. Quando se ne parla, spesso viene fatto solo su giornali locali o tabloid e l’atto viene impropriamente descritto come un «dramma familiare», una «tragedia relazionale» e un «caso isolato».

I lavori di ricerca sul crimine, sulla sicurezza e sulla legge, presso l’istituto Max Planck di Friburgo, Germania, dimostrano che una spiegazione può essere data da un’immagine tossica di mascolinità, comune a tutti gli autori del crimine. Questi ultimi vengono principalmente modellati dai ruoli di genere tradizionali, molto meno vengono invece influenzati dalla nazionalità, dalle origini e dallo stato sociale. Anche la convenzione di Istanbul designa i ruoli di genere tradizionali - quindi patriarcali - come una componente importante nella violenza contro le donne. Il trattato internazionale, entrato in vigore in Svizzera il 1. Aprile 2018, stabilisce in maniera esplicita che la violenza domestica deve essere intesa come una violazione dei diritti umani.

In Svizzera mancano ancora prevenzione ed educazione, i colpevoli possono infatti avere una lunga storia di violenza alle loro spalle. Ogni ulteriore femminicidio deve venire quindi considerato come un fallimento dei meccanismi di controllo sociale, da parte della polizia, degli esperti e del sistema giudiziario.

Al fine di documentare la violenza contro le donne nel modo più completo possibile, non contiamo solo i femminicidi avvenuti a seguito di violenze domestiche, ma anche i femminicidi in cui gli autori non conoscevano le vittime: si tratta quindi di casi di razzismo, di omo- e transfobia, di ostilità nei confronti di disabili o contro le lavoratrici del sesso.


Femminicidi in Svizzera nel 2024

5. Gennaio 2024, Allaman, Vaud. La donna aveva 46 anni.

15. Gennaio 2024, Wädenswil, Zurigo. La donna aveva 56 anni.

Trovata morta nel Reno vicino a Laufen-Uhwiesen, Zurigo, alla fine di gennaio 2024. La donna aveva 27 anni.

13. Febbraio 2024, Binningen, Basilea Campagna. La donna aveva 38 anni.

16. Marzo 2024, Vevey, Vaud. La donna aveva 40 anni.

25. Marzo 2024, Frauenfeld, Turgovia. La donna aveva 74 anni.

Femminicidi in Svizzera nel 2023

15. Febbraio 2023, Rupperswil, Argovia. La donna aveva 47 anni.

9. Marzo 2023, Yverdon-les-Bains, Vaud. La donna aveva 40 anni, le bambine 13, 9 e 5 anni.

21. Marzo 2023, Sierre, Vallese. La donna aveva 79 anni.

24. Marzo 2023, Vernier, Ginevra. L'età della donna non è nota.

26. Marzo 2023, Dietikon, Zurigo. La donna aveva 46 anni.

8. Aprile 2023, Bellach, Soletta. L'età della donna non è nota.

14. Aprile 2023, Erlen, Turgovia. La donna aveva 39 anni.

26. Maggio 2023, Vevey, Vaud. La donna aveva 37 anni.

27. Maggio 2023, Lausanne, Vaud. La donna aveva 23 anni.

19. Juin 2023, Neuchâtel. La donna aveva 78 anni.

25. Juin 2023, Lengnau, Berna. La donna aveva 54 anni.

4. Luglio 2023, Penthaz, Vaud. La donna aveva 18 anni.

3. Agosto 2023, Monthey, Vallese. La donna aveva 46 anni.

24. Settembre 2023, Biel, Berne. La donna aveva 47 anni.

1. Ottobre 2023, Embrach, Zurigo. La donna aveva 30 anni.

11. Novembre 2023, Richterswil, Zurigo. La donna aveva 30 anni.

28. Novembre 2023, Neuchâtel, Neuchâtel. La donna aveva 80 anni.

11. Dicembre 2023, Sion, Vallese. La donna aveva 36 anni.


Tentative de féminicide

14. Marzo 2023, Windisch, Argovia. La donna è sopravvissuta, ha 42 anni.

14. Marzo 2023, Wetzikon, Zurigo. La donna è sopravvissuta, ha 38 anni.

3. Aprile 2023, Birsfelden, Basilea Campagna. La donna è sopravvissuta, ha 40 anni.

11. Novembre 2023, Siegershausen, Turgovia. La donna è sopravvissuta, ha 43 anni.

Femminicidi in Svizzera nel 2022

11. Febbraio 2022, Zurigo. La donna aveva 54 anni.

27. Febbraio 2022, Ziefen, Basilea Campagna. La donna aveva 60 anni.

12. Marzo 2022, Rapperswil-Jona, San Gallo. La donna aveva 32 anni.

5. Aprile 2022, Amburgo, Germania. Un 22enne svizzero uccide una donna. La donna aveva 22 anni.

6. Aprile 2022, Wallisellen, Zurigo. L'età della donna non è nota.

11. Aprile 2022, Avegno, Ticino. La donna aveva 61 anni.

24. Aprile 2022, Büren an der Aare, Berna. L'età della donna non è nota.

22. Maggio 2022, Sierre, Vallese. La donna aveva 41 anni.

9. Luglio 2022, Hochwald, Soletta. La donna aveva 86 anni.

25. Luglio 2022, Renens, Vaud. La donna aveva 31 anni.

8. Settembre 2022, Elsau, Zurigo. La donna aveva 54 anni.

14. Settembre 2022, Rorschacherberg, San Gallo. La donna aveva 56 anni.

25. Settembre 2022, Bergdietikon, Argovia. La donna aveva 41 anni.

15. Ottobre 2022, Vevey, Vaud. La donna aveva 60 anni.

23. Novembre 2022, Altstetten, Zurigo. La donna aveva 40 anni.

16. Dicembre 2022, Kehrsatz, Bern. La donna aveva 29 anni.


Tentative de féminicide

29. Gennaio 2022, Emmenbrücke, Lucerna. La donna è sopravvissuta, ha 50 anni.

15. Febbraio 2022, La Chaux-de-Fonds, Neuchâtel. La donna è sopravvissuta, ha 52 anni.

21. Luglio 2022, Winterthur, Zurigo. La donna è sopravvissuta, ha 29 anni.

25. Luglio 2022, Stabio, Ticino. La donna è sopravvissuta, ha 45 anni.

20. Ottobre 2022, Areuse, Neuchâtel. La donna è sopravvissuta, ha 48 anni.


Femminicidi in Svizzera nel 2021

12. Gennaio 2021, Breitenbach, Soletta. La donna aveva 90 anni.

17. Gennaio 2021, Gunten, Berna. La donna aveva 31 anni.

8. Febbraio 2021, Basilea. La donna aveva 39 anni.

16. Febbraio 2021, Winterthur, Zurigo. La donna aveva 32 anni.

23. Febbraio 2021, Buchs, San Gallo. La donna aveva 22 anni.

23. Febbraio 2021, Wilchingen, Sciaffusa. La donna aveva 80 anni.

8. Marzo 2021, Breganzona, Ticino. La donna aveva 77 anni.

12. Marzo 2021, Schafisheim, Argovia. La donna aveva 44 anni.

15. Marzo 2021, Aeugst am Albis, Zurigo. La donna aveva 77 anni.

19. Marzo 2021, Bussigny, Vaud. L’età della donna non è nota.

28. Marzo 2021, Bellinzona, Ticino. La donna aveva 44 anni.

17. Aprile 2021, Malleray, Berna. La donna aveva 87 anni.

22. Aprile 2021, Peseux, Neuchâtel. La donna aveva 34 anni.

1. Giugno 2021, Oberbüren, San Gallo. La donna aveva 31 anni.

13. Giugno 2021, Leukerbad, Vallese. La donna aveva 54 anni.

5. Luglio 2021, Châtelaine, Ginevra. La donna aveva 58 anni.

8. Luglio 2021, Terrebasse, Francia. Uno svizzero di 50 anni uccide la sua compagna. La donna aveva 49 anni.

11. Luglio 2021, Emmenbrücke, Lucerna. La donna aveva 29 anni.

20. Luglio, Beringen, Sciaffusa. La donna aveva 57 anni.

5. Agosto 2021, Phuket, Thailandia. Una donna svizzera viene uccisa mentre è in vacanza. La donna aveva 57 anni.

12. Agosto 2021, Ostermundigen, Berna. La donna aveva 20 anni.

13. Ottobre 2021, Zurigo. La donna aveva 30 anni.

16. Ottobre 2021, Netstal, Glarus. La donna aveva 30 anni.

18. Ottobre 2021, Rapperswil-Jona, San Gallo. La ragazza aveva 12 anni.

21. Ottobre 2021, , Vandœuvres, Ginevra. La donna aveva 58 anni.

16. Dicembre 2021, Chêne-Bougeries, Ginevra. La donna aveva 47 anni.


Tentativo di femminicido

5. Febbraio 2021, Recherswil, Soletta. Entrambe le donne sopravvivono.

25. Febbraio 2021, Otelfingen, Zurigo. La donna è sopravvissuta, ha 38 anni.

6. Guigno 2021, Soletta, Soletta. La donna è sopravvissuta.

12. Guigno 2021, Dübendorf, Zurigo. La donna è sopravvissuta, ha 58 anni.

11. Luglio 2021, Muttenz, Basilea Campagna. La donna è sopravvissuta, ha 25 anni.

10. Settembre 2021, Erlinsbach, Argovia. La donna è sopravvissuta, ha 60 anni.

28. Settembre 2021, Buchs, San Gallo. Entrambi sopravvivono. La donna ha 39 anni, la ragazza 16 anni.

2. Ottobre 2021, Olten, Soletta. La donna è sopravvissuta.

21. Ottobre 2021, Locarno, Ticino. La donna è sopravvissuta, ha 22 anni.

9. Dicembre 2021, Emmen, Lucerna. La donna è sopravvissuta, ha 35 anni.

17. Dicembre 2021, Wittigkofen, Berna. La donna è sopravvissuta.


Femminicidi in Svizzera nel 2020

 
famizid-karte-IT.png


1. Gennaio 2020, Monthey, Vallese. La Donna aveva 40 anni.

26. Gennaio 2020, Ginevra. La Donna aveva 55 anni.

3. Marzo 2020, Hombrechtikon, Zurigo. La donna aveva 44 anni.

18. Marzo 2020, Oey-Diemtigen, Berna. La donna aveva 31 anni.

2. Aprile 2020, Emmenbrücke, Lucerna. La donna aveva 59 anni.

15. Aprile 2020, Meierskappel, Lucerna. La donna aveva 85 anni.

16. Maggio 2020, Wangen bei Olten, Soletta. La donna aveva 30 anni.

17. Maggio 2020, Giubiasco, Ticino. La donna aveva 47 anni.

14. Giugno 2020, Emmenbrücke, Lucerna. La donna aveva 47 anni.

20. Giugno 2020, Pratteln, Basilea campagna. La donna aveva 24 anni.

24. Agosto 2020, Montreux, Vaud. La donna aveva 23 anni.

2. Settembre 2020, San Gallo. La donna aveva 46 anni.

21. Settembre 2020, Zurigo. La donna aveva 78 anni.

4. Novembre 2020, Riggisberg, Berna. L’età della donna non è nota.

25. Dicembre 2020, Bolligen, Berna. L’età della donna non è nota.

30. Dicembre 2020, Kosovo. Un uomo di Villeneuve, Vaud, uccide moglie e due figli durante una vacanza in Kosovo. La donna aveva 48 anni.


Tentativo di femminicido

18. Agosto 2020, Sattel, Svitto. La donna è sopravvissuta, ha 28 anni.

5. Settembre 2020, Nussbaumen, Argovia. La donna è sopravvissuta, ha 53 anni.

3. Ottobre 2020, Rombach, Argovia. La donna è sopravvissuta, ha 34 anni.

29. Ottobre, Prilly, Vaud. a donna è sopravvissuta, ha 42 anni.

29. Novembre 2020, Banwald, Olten. La donna è sopravvissuta, ha 14 anni.

Cerchiamo di documentare ogni femminicidio o tentativo di femminicidio. Sappiamo però, che la lista non è completa.


La nostra metodologia

Leggiamo giornali locali e tabloid e prestiamo attenzione anche alle brevi notizie che spesso compaiono come marginali nelle sezioni Panorama. Abbiamo creato un Google Alerts, che ci avvisa ogni volta che un nuovo articolo viene pubblicato in rete. Inoltre, riceviamo giornalmente una panoramica dei rapporti della polizia, che poi esaminiamo attentamente. Confrontiamo le nostre ricerche con le statistiche del governo federale, di Eurostat e dell’ONU e infine scambiamo le nostre opinioni con esperte e con collettivi femministi.

 

Il nostro utilizzo della lingua

Pensiamo sia importante utilizzare il termine femminicidio. Questo termine ha una storia politica molto lunga e collega svariati punti delle lotte femministe come ad esempio «Ni una Menos» (non una in più).

È inoltre necessario riconoscere, che la maggior parte delle vittime di femminicidio sono donne trans e cis, che secondo la nostra comprensione sono da considerare donne. 
Vogliamo rendere il nostro progetto di ricerca il più inclusivo possibile, riteniamo quindi che sia da considerarsi femminicidio anche quando una persona viene interpretata erroneamente come una donna, ma non lo è. In questo modo tentiamo di includere anche le persone non binarie.

Siamo sempre grati di ricevere suggerimenti attraverso i quali possiamo migliorare la nostra ricerca.

Dietro la ricerca

Le nostre fonti in tedesco:


Die Psychologinnen Angela Guldimann und Elmar Habermeyer haben 2019 den Gastbeitrag «Wer sorgfältig schreibt, kann Leben retten» für den Tages-Anzeiger verfasst. Aus deren Arbeit leiten wir die Denkanstösse für die Recherche über Femizide ab.

Die Dachorganisation der österreichischen Frauenhäuser hat einen Leitfaden herausgegeben, wie sorgfältig über Gewalt berichtet werden kann: «Gewaltfrei leben. Verantwortungsvolle Berichterstattung für ein gewaltfreies Leben»

Amadeu-Antonio-Stiftung: «Antifeminismus – ein zentraler Bestandteil rechtsextremer Ideologie». Leipzig, 2020.

Merle Dyroff, Marlene Pardeller, Alex Wischnewski: «#keinemehr. Femizide in Deutschland». Rosa-Luxemburg-Stiftung, 2020.

Gunda-Werner-Institut der Heinrich-Böll-Stiftung und Center for Intersectional Justice: «Reach everyone on the planet.. «Kimberlé Crenshaw und die Intersektionalität.» Berlin 2019.

Das Transgender Network Switzerland (TGNS) setzt sich ein für «eine fundierte und differenzierte Berichterstattung über trans Menschen, über deren negative und positive Lebensrealitäten unterstützt den Abbau von Vorurteilen und Ängsten und hilft Diskriminierung entgegen zu wirken. Ihre Arbeit kann damit sowohl für uns als auch für die Gesellschaft ein Gewinn sein.» Mehr im Leitfaden des Transgender Network Switzerland: der Medienguide

Libri che abbiamo letto in tedesco

Christina Clemm: «AktenEinsicht. Geschichten von Frauen und Gewalt». Verlag Antje Kunstmann, 2020

Jan Gysi und Peter Rüegger (Hrsg.): «Handbuch sexualisierte Gewalt. Therapie, Prävention und Strafverfolgung». Hogrefe, 2018

Susanne Kaiser: «Politische Männlichkeit». Suhrkamp. Berlin 2020

Mithu M. Sanyal: «Vergewaltigung. Aspekte eines Verbrechens». Edition Nautilus, Hamburg 2016

Tanja Kollodzieyski: «Ableismus». Berlin 2020

Libri in inglese, che consigliamo

Caroline Criado Perez: «Invisible Women. Data Bias in a World designed for Men». Abrams Press. New York, 2019.

Catherine D’Ignazio und Lauren F. Klein: «Datafeminism». MIT Press, 2020

Dr. Jessica Taylor: «Why Women Are Blamed for everything. Exploring Victim Blaming of Women subjected to Violence and Trauma». 2020

Veronique N. Valliere: «Understanding Victims of Interpersonal Violence. A Guide for Investigators and Prosecutors». Routledge, Newy York und London, 2020